Montreuil (Francia) - Sgombero della Demi-Lune Squat [16 ottobre 2010] |
Tutti in strada, tutti per la strada!
« Ci sarà sempre qualcosa da pulire »
16 ottobre, 7 di mattina, degli infami in uniforme vengono a tirarci giù dal letto, il primo di noi che incrocia gli sbirri si fa arrestare, scopriremo poi che è stato colpito col taser, la pistola a scariche di elettricità, nella cucina. Abbiamo qualche minuto per recuperare le cose che non vogliamo perdere con questo posto che ci strappano. In ogni modo, la gru è là, le 2mi-lunes (– le due mezze lune--) saranno distrutte subito dopo lo sgombero. Le radio degli sbirri sputano un'altra info: un compagno venuto in sostegno si è fatto arrestare. Qualche abitante riesce a rientrare dal retro nel giardino e a salire sul tetto del capannone – terzo spazio delle 2milunes che serviva da sala per concerti, luogo di discussioni, di cene, di free shop, etc..- urliamo come possiamo, si improvvisano degli striscioni, vogliamo dire che siamo sempre là, che non partiremo dal quartiere, assistendo in diretta alla demolizione delle nostre case.
« é la polvere dei nostri sogni » Ieri alla Boissiere, della gente non si è solo fatta sgomberare dalla propria abitazione. Non siamo solo stati scacciati da casa nostra, con i nostri bambini, il nostro bebé pronto a nascere, e tutto questo, la vigilia della pausa d'inverno. Ieri a Montreuil una grossa operazione poliziesca ha tentato di schiacciare tutto quanto non passa nel cosiddetto ordine repubblicano che vogliono imporci, di fare tacere tutte le parole incontrollate, di distruggere le nostre lotte e i nostri sogni. Non bisogna solo che lo speculatore immobiliare Fonciere Residence (che ha i suoi uffici a Nogent sur Marne) a cui appartengono queste case, possa di nuovo godere del suo diritto di proprietà, bisogna anche smettere di cercare di vivere diversamente, che rentriamo nelle fila e che stiamo zitti.
Perché alla DemiLune cercavamo di creare uno spazio di organizzazione e di discussione politica, un luogo di festa e di scambio, un luogo dove si accoglievano sia genti di passaggio che genti che cercavano un luogo dove abitare per più tempo. Cercavamo di condividere i nostri guai, i nostri modi di arrangiarci per farne delle forze e delle vittorie. Condividere i nostri problemi di disoccupati, di lavoratori sfruttati, di migranti clandestini, di studenti a mezzo tempo, di indesiderati, e costruire a partire da lì. La DemiLune non era un centro sociale, come non era tanto solo uno squat d'abitazione o un luogo artistico-culturale, neppure un luogo strettamente politico, ma un collage tra tutte queste cose insieme, uno strano miscuglio di genti, di storie e di pratiche. Tra i progetti degli ultimi mesi, c'è la creazione di una radio mobile, dentro una roullot, uno studio ambulante per registrare e diffondere la parola, per farla viaggiare. Martedi scorso, giorno di sciopero, la roullot si installa di buon'ora davanti al comune di Montreuil, per diffondere delle parole, della rabbia, della musica e delle voglie di sciopero. Una quarantina di gendarmi (carabinieri) inviati dal prefetto arrivano infine per farci sgomberare. Due giorni più tardi, lo stesso prefetto accompagna le sue truppe per il nostro sgombero, deciso un anno e mezzo fa da un giudice.
La repressione di abbatte quando la collera monta
Bisogna che la città sia pulita. Il comune cerca di sgomberare illegalmente un immobile di cui è proprietario, boulevard la Boissière, i suoi agenti di sicurezza (ASVP, tranquillità pubblica) hanno l'ordine di impedire ogni occupazione di spazi del comune, con l'aiuto di compagnie di sicurezza che non esitano a slegare i cani. Un uomo era stato morso il giorno prima.
La prefettura sgombera la DemiLune, nello stesso tempo che un altro squat in una strada perpendicolare – e ne approfittano per mettere in fermo 6 sans papiers -persone senza documenti- che trovano all'interno. Circolare tutti, l'ordine. Il quartiere è pulito. Allo stesso momento, dei ragazzi del liceo arrabbiati, in pieno movimento, ricevono anche loro il messaggio della repressione: la digos e i gendarmi intervengono al liceo Jean Jaures per darle ai ragazzi che osavano rivoltarsi. Un ragazzo di 16 anni è preso all'occhio da un tiro di flashball. Rientra in corso non c'è nulla da guardare non hai nulla da fare per la strada. Bisogna soffocare ogni movimento sociale dal suo inizio, che soprattutto nulla accada.
Ci vogliono terrorizzare per farci tacere L'8 luglio 2009, dopo lo sgombero della Clinique a Montreuil, la polizia aveva sparato col fashball mirando le teste, un amico ha perduto un occhio. I giovani che scendono per strada da tre giorni sono bersaglio di cowboys digossini che li arrestano violentemente a ogni manifestazione. Noi non abbiamo ancora rivisto uno dei nostri, che si è fatto sparare col taser una scarica elettrica. Svegliato bruscamente, era dietro la porta quando sono entrati gli sbirri, che lo hanno subito aggredito. E come sempre, quando uno sbirro ti pesta, arrestano te, per ribellione. Già manganellato nel 2006, si era già beccato una prima condanna per oltraggio e ribellione. Sconta ora una pena di 5 mesi al carcere di Fleury.
Non accetteremo mai il loro mondo ripugnante, il vuoto e la paura che installano ovunque. Nonostante l'isolamento che cercano di creare, delle persone si incrociano, si incontrano. Noi condividiamo la rabbia, e forse anche delle speranze e dei sogni. Hanno distrutto uno spazio di scambio e di lotte, ma ovunque altri continueranno a vivere. Delle reti di solidarietà sono presenti e attive, e gli abitanti della DemiLune - MezzaLuna- hanno trovato il sostegno necessario per non eclipsarsi. Con o senza casa, a Montreuil come altrove, la rabbia sale, tutti in strada, tutti per la strada!
Appuntamento domenica 24 ottobre, 15h, alla Boissière (luogo precisato più tardi), Montreuil, per non eclipsarsi, continuare a resistere, festeggiare le nostre voglie, urlare la nostra rabbia . Assemblea mercoledi 20 ottobre, 20h, al 28 rue carnot, metro croix de chaveaux, per discutere di giovedi 14, di ciò che seguirà, di domenica.
contact : 2milunes@gmail.com
demi-lune squat