Assemblea per il maxiprocesso


GIOVEDÌ 20 APRILE 2000- ORE 21- CENTRO SOCIALE VITTORIA (VIA FRIULI- ANGOLO VIA MURATORI), ASSEMBLEA PER DISCUTERE UNA PROPOSTA DI MANIFESTAZIONE PER LA DIFESA DEGLI SPAZI DI LIBERTÀ E DI AGIBILITÀ POLITICA E SOCIALE, DA TENERSI A MILANO NEL POMERIGGIO DI SABATO 6 MAGGIO

Mercoledì 3 Maggio dovrebbe iniziare a Milano il processo di appello del cosiddetto ?Maxiprocesso?, che ha già visto condannati in primo grado a circa un secolo di galera oltre 70 compagni e compagne dei centri sociali e del movimento milanese, colpevoli di avere partecipato negli anni scorsi a iniziative per la difesa degli spazi occupati, per il diritto alla casa, antifasciste, di solidarietà internazionale. Per una ventina di compagni e compagne le condanne vanno dai due anni in su. La posizione di una dozzina circa di imputati invece è stata stralciata dal Maxiprocesso, in quanto condannati per il ?solo? reato di blocco stradale, e quindi destinati ad essere colpiti dalle sanzioni amministrative previste dalla recente legge che ha depenalizzato questo ed altri reati.

PERCHÉ? UNA MANIFESTAZIONE A MILANO SU QUESTI TEMI..???

Perchè la Lombardia e Milano, oltre che essere laboratori di sperimentazione delle trasformazioni produttive e sociali e delle modificazioni degli assetti politici di questo paese, sono anche laboratori per la sperimentazione di strategie di controllo sociale e riduzione dei conflitti. Non è quindi un caso che Milano oltre che vedere una delle più grosse concentrazioni di poteri forti, ha visto anche negli ultimi anni il più grosso uso ed abuso, a livello nazionale, di dispositivi orientati alla repressione di iniziative politiche o di piazza: circa 3500 denunce dal ?93 ad oggi, svariate decine di processi in corso ed in alcuni casi già conclusi, condanne pesanti sia detentive che pecuniarie. Infatti proprio dal 1993/94, grosso modo tutto parte dalla vittoria della lega alle comunali e poi del polo alle politiche, l?area dei centri sociali e delle case occupate a Milano comincia ad essere oggetto di una azione sistematica di persecuzione da parte di organi inquirenti e magistratura. Praticamente negli anni precedenti si veniva denunciati solo per fatti eclatanti, come la resistenza durante lo sgombero e demolizione del centro sociale Leoncavallo nell?Agosto 1989. Dal 1993 in poi invece, praticamente ogni iniziativa politica dell?area ?antagonista? avrà degli strascichi giudiziari. I reati contestati vanno da esecuzione di concerti non autorizzati, radunata sediziosa o grida sediziose, ad una marea di blocchi stradali, per arrivare a resistenze ed oltraggi vari ed alle rapine. Fatti di portata sostanzialmente limitata che anni prima sarebbero stati ignorati, divengono oggetto di procedimenti giudiziari. L?impatto del meccanismo messo in moto è rafforzato da una interpretazione estensiva e persecutoria del codice: in alcuni casi viene considerato blocco stradale una semplice sosta di alcuni minuti ad un incrocio durante un corteo autorizzato, in altri casi viene considerata rapina la sottrazione di un rollino fotografico ad un fotoreporter, o la scomparsa di alcuni moduli per raccolta firme durante una iniziativa contro un banchetto elettorale di AN.

Perchè va messa in discussione la stessa logica intrinseca dei Maxiprocessi, i quali sono strumento di attuazione di queste logiche di criminalizzazione attraverso l?accorpamento in unici procedimenti di decine di fatti e di imputati, con l?evidente obiettivo di appiattirne le posizioni e di ridurre le stesse possibilità di difesa.

Perchè va messo altresì in discussione il meccanismo non meno subdolo di controllo sociale determinato dai provvedimenti di depenalizzazione, che fa si che per un solo blocco stradale si potrà subire una multa che va dai 5 ai 20 milioni, al termine di un procedimento amministrativo che in quanto tale sarà più rapido e ancora meno garantista di quello di un ?normale? processo penale. La multa infatti viene decisa dal prefetto, sulla base delle denunce dei soliti organi inquirenti, fatta salva la possibilità di ricorrere contro di essa davanti al giudice di pace.

Perchè si rischia di arrivare alla resa dei conti di tutti questi procedimenti repressivi e di quelli nuovi che verranno, in una situazione di debolezza e frammentazione del movimento milanese. Pertanto è necessario uno scatto di energia, di immaginazione, una assunzione di responsabilità. E? necessario ridare a tutti i compagni e le compagne la fiducia che incidere su questi eventi è possibile.

Perchè le vicende milanesi rientrano in un disegno generale di normalizzazione politica che riguarda settori sociali ben più ampi ed articolati di quelli che ruotano intorno alle realtà autogestite: si vedano le vicende del pacchetto-sicurezza e delle politiche sull?immigrazione, o la nuova legge anti-sciopero e quella sulla rappresentanza sindacale. Le stesse sanzioni amministrative che oggi colpiscono noi, domani colpiranno qualsiasi picchetto di lavoratori o di cittadini che si organizzano per affermare bisogni e diritti.

Accanto ed a sostegno della proposta di manifestazione del 6 Maggio, con lo scopo di dare ad essa maggiore forza, risonanza e visibilità, stiamo anche pensando ad un appello per la difesa degli spazi di libertà ed agibilità politica a partire dalla vicenda del Maxiprocesso, appello da sottoporre alla firma di intellettuali, artisti, avvocati, giuristi, democratici, parlamentari etc.

Riteniamo inoltre sempre opportuno ricordare l?utilità di una forte presenza in aula, a partire dalla mattina del 3 maggio, data d?inizio dell?appello del maxiprocesso, presso la corte d?appello del palazzo di ?giustizia? di Milano.

Chiediamo a tutti i compagni e le compagne ed a tutte le situazioni, di contribuire alla costruzione di una rete più ampia possibile per realizzare queste proposte, e di partecipare quindi alla ASSEMBLEA CONVOCATA PRESSO IL CENTRO SOCIALE VITTORIA DI MILANO (VIA FRIULI ANGOLO VIA MURATORI), ALLE ORE 21 DI GIOVEDÌ 20 APRILE 2000 .

MILANO 13 APRILE 2000

COLLETTIVI DI VIA DEI TRANSITI 28


indietro