Forlì - Dopo lo sgombero del Borghetto |
fonte: http://www.lascintillaonline.org
Chi si illudeva di avere spento la sete di rivolta e di libertà di chi ha animato, attraversato, ossigenato il BorghettOccupato ha dovuto bruscamente ricredersi ieri pomeriggio (venerdì 13) quando ha visto un presidio di più di 40 persone manifestare animatamente e rumorosamente sotto al comune di Forlì per ribadire che “le idee non si sgomberano” e che “in un mondo in cui la legge permette abomini e atrocità, essere illegali ci va benissimo”.
Due dei manifestanti, giunti ad un'ora dall'inizio del presidio si sono arrampicati sul tetto delle pensiline dei bus di piazza Saffi, stendendo uno striscione con su scritto “Pensilina Occupata”: gesto simbolico che ribadisce la continuità con l'esperienza del Borgehtto che per cinque giorni ha colorato la città di Forlì di un'energia sconosciuta prima, accolta con entusiasmo e partecipazione crescente da cittadini di ogni tipo.
Il presidio è durato circa due ore e mezza, durante le quali si è distribuito volantini che elencavano le atrocità che la legge (la loro legge) permette e tutela a danni di tutto il pianeta e di chi lo ospita mentre i ragazzi dal tetto gridavano le ragioni del loro gesto: un dito fermamente puntato sulle istituzioni repressive della città che, come quelle di tutto il mondo, gestiscono con le denunce i manganelli e le galere chi pratica un dissenso diverso da quella poltiglia ipocrita e innocua che la (loro) democrazia consente.
I giornali ufficiali parlano di “quattro anarchici” o di “un manipolo di autonomi” ed altre etichettature sventolate a caso da dare in pasto alla benpensante opinione pubblica terrorizzata e reclusa nei dogmi televisivi dei sovversivi e degli illegali, che mettono in discussione la loro serena, piatta, morta, innocua, scodinzolante sopravvivenza quotidiana. Etichette particolarmente comode al potere specie in questo periodo in cui teoremi giudiziari fascisteggianti e assurdi stanno colpendo duramente il movimento anarchico.
Evidentemente Forlì deve essere piena di anarchici/che perchè il Borghetto è stato teatro di iniziative partecipatissime e il presidio di ieri, lanciato la sera di giovedì, ha raccolto un'adesione mai vista prima in città per tematiche simili.
Iniziative come quella dell'occupazione simbolica della pensilina sono viste negli intenti di chi le promuove nell'ottica di sensibilizzare la città affinchè si renda conto dell'ipocrisia marcia di un comune che promette innovazione e promozione delle alternative giovanili e poi lascia, in una città blindata da volanti e videocamere, edifici meravigliosi abbandonati alle muffe e alle crepe quando gruppi e associazioni chiedono spazi a gran voce.
Chi scrive, come chi ha lottato ieri in piazza, non ha nessuna intenzione di delegare alle istituzioni, di qualsiasi colore politico, il potere di “concedere” spazi, libertà, reddito, tempo, istruzione, case...ma crede fermamente nell'autodeterminazione e nell'autogestione dei corpi e delle coscienze come unico metodo di sviluppo di individui consapevoli, critici, ricchi. Vivi.
Il BorghettOccupato è stata una vampata di novità in città che ha svegliato le coscienze di chi crede e sente necessaria un'alternativa a questo sistema totalizzante che monetizza, controlla, opprime, sfrutta tutto e tutti: la Pensilina Occupata è stato un gesto di prosecuzione di un'idea alla quale nessun gendarme, nessun prefetto, nessun sindaco, nessun magistrato potrà mettere sbarre o lucchetti.
Il comune, firmatario dello sgombero coatto, nel più becero stile democratico di oggi ha definito la chiusura del Borghetto un “ripristino di legalità” e un atto di “restituzione dell'immobile al patrimonio pubblico”: evidentemente per il comune chiudere coi catenacci una casa di proprietà di tutta la città e riconsegnarla alle crepe e alla muffa (che gli/le occupanti avevano riparato e pulito) aspettando che qualche riccone se la compri per gonfiare le casse istituzionali è riconsegnare alla città il patrimonio pubblico. Non sia mai che si discuta la loro bella legge: fa di chi non gli piace un criminale, meglio di così!?
I giornali hanno parlato di “interruzione del servizio pubblico” causato dalla manifestazione (alla questura servono megafoni per giustificare in città denunce e multe) anche se, chi c'era può confermarlo, la circolazione dei tram non è stata intaccata per preciso volere dei manifestanti che, certamente intenzionati a creare disagio al potere e alle sue emanazioni, non lo sono a ledere il tempo, interessi e impegni della gente.
La giornata di rivendicazione di venerdì è poi proseguita col concerto serale che doveva tenersi, da programma, al BorghettOccupato, in un altro spazio comunale temporaneamente liberato e autogestito per l'occasione: gruppi musicali e partecipanti hanno illuminato ancora una notte forlivese con pratiche di autogestione e trasformazione dell'esistente per ribadire che le alternative a questo sistema esistono, sono praticabili e sono vincenti contro la schiavitù fisica e mentale a cui vogliono relegarci.
A notte fonda è stato abbandonato lo stabile ripulito e riordinato in un clima di meravigliosa complicità: alle idee non potete sparare, mettere catenacci o gabbie, non potete controllarle.
Il gruppo dell'ex BorghettOccupato da appuntamento a tutta la città, e non solo, ad una CRITICAL MASS (biciclettata collettiva, anche per ribadire la dannosità delle macchine) che si terrà mercoledì 18 partenza alle 18:30 dalla stazione FS di Forlì.
“Riportiamo in strada le nostre idee e la nostra voglia di trasformare il grigio apatico delle città, non ci fermeranno mai perchè siamo più veloci noi a squarciare le ombre dell'oppressione che loro a tesserne le trame”.
ex BorghettOccupato