Cologna June 18th - G8 |
A tutti gli antifascisti, agli antimperialisti, alle femministe, alla sinistra radicale e ai gruppi autonomi tedeschi e ai movimenti sociali, progressisti e rivoluzionari del continente europeo e oltre
Da parte capitalista e imperialista il progetto di unificazione europea esiste ormai da 40 anni. Con la ratificazione della fase II degli Accordi di Maastricht e l'introduzione ufficiale dell'Euro il 1° gennaio 1999, sono stati compiuti gli ultimi passi in vista dell'unificazione politica ed economica degli stati dell'Europa occidentale. Allo stesso tempo diversi stati, fra i quali la Germania e la Francia, continuano a ricercare l'egemonia in questa nuova Europa.
L'insaziabile ricerca di profitti ha condotto alla deregulation di interi settori produttivi, alla flessibilizzazione della forza-lavoro e allo smantellamento dei sistemi di protezione sociale. La progressiva automazione e informatizzazione dei processi produttivi sta determinando cambiamenti costanti nei rapporti sociali. In tutta Europa i diritti conquistati dalle lotte dei lavoratori vengono attaccati con modalità che variano in relazione alle specifiche condizioni del conflitto di classe di ogni paese. Il diritto all'asilo e più in generale i diritti degli immigrati si sono progressivamente ridotti, mentre aumentano i tagli ai sistemi di Welfare ell'intento di raggiungere una maggiore omogeneità nello sfruttamento e nell'oppressione su scala europea.
Riteniamo due aspetti di questo processo di particolare importanza: la necessità di un ampio mercato economico interno, stabile ed uniforme, per garantire all'Europa una posizione solida nei confronti degli altri poli imperialisti (Giappone - ASEAN e USA-NAFTA) sui mercati internazionali e lo sfruttamento delle popolazioni, delle materie prime e delle risorse naturali per ottimizzare i margini di profitto delle multinazionali europee. In questo modo il polo imperialista europeo si pone in relazione di continuità con il progetto di espansione colonialista ed imperialista per lo sfruttamento di tutto il mondo, insieme con l'imperialismo del Giappone e degli Stati Uniti.
È significativa anche la diversa funzione assunta dagli stati nazionali all'interno di questo processo. Lo stato opera sempre di più come sostenitore attivo della concorrenza intercapitalista ed è persino pronto a guardare in una nuova prospettiva i propri confini nazionali e le restrizioni doganali a favore dei liberi movimenti di capitali e merci. Attraverso le politiche sociali e del lavoro, gli stati nazionali hanno favorito la realizzazione di nuove forme di massimizzazione dei profitti e della produzione.
Il carattere ecologicamente distruttivo dell'Unione Europea emerge anche nell'appoggio fornito a grandi progetti ad alta intensità di capitale e deleteri per l'ambiente, che difficilmente potrebbero essere finanziati dai singoli stati. Nella ricerca di nuove possibilità di impiego del capitale finora sconosciute, vengono prese in considerazione tutte le risorse naturali, compreso il corpo umano.
L'omogeneizzazione economica, politica e militare degli stati europei come progetto capitalista ed imperialista implica la conservazione e l'intensificazione delle condizioni attuali: carestie, pauperizzazione, persecuzioni, tortura, guerre e oppressioni sanguinose nel Terzo Mondo e nell'Europa orientale.
In Europa questo implica: la rinascita del razzismo e l'emarginazione di molte migliaia di immigrati, l'aumento dello sfruttamento per le donne, l'emarginazione, la pauperizzazione, la disoccupazione, l'espansione di un mercato del lavoro privo di garanzie e sicurezze e l'aumento del tasso di sfruttamento in fabbriche e aziende. Queste fratture drammatiche nel tessuto sociale degli Stati europei colpiscono soprattutto donne, immigrati e classi marginali e si associano al rafforzamento di ideologie e pratiche patriarcali, bioetiche e razziste in Europa. La formazione del complesso di potere europeo include anche l'intensificazione delle politiche repressive nei confronti di rifugiati e immigrati, che viene legittimata con ragioni economiche e razziste. La militarizzazione dei confini esterni dell'Unione europea, la deportazione e i centri di accoglienza militarizzati, le deportazioni di massa nelle aree di guerra e nelle regioni ad estrema povertà, la criminalizzazione degli immigrati che vivono in Europa e i maggiori controlli e operazioni di polizia vengono pianificati e condotti negli stati dell'Europa occidentale in armonia con gli accordi di Schengen.
In questo contesto il razzismo non viene articolato singolarmente attraverso la definizione di nuovi meccanismi di inclusione ed esclusione a livello istituzionale (cittadini dell'UE e cittadini extracomunitari), ma diventa anche un'ideologia che agisce come fattore di stabilizzazione del sistema, fornendo una "identità europea" alla maggioranza delle popolazioni europee.
Con la cooperazione su scala europea delle polizie e dei servizi segreti all'interno dell'organizzazione TREVI (terrorismo, organizzazioni radicali, estremismo e violenza internazionale), si è creato un livello di coordinamento sovranazionale. Questo coordinamento, attivato in passato per combattere le organizzazioni comuniste combattenti, ha lo scopo di sopprimere le proteste e la resistenza contro le conseguenze del progetto imperialista europeo con metodi polizieschi e antinsurrezionali.
Il complesso capitalista-imperialista dell'UE non è in grado di risolvere le contraddizioni economiche, politiche e sociali di portata mondiale che esso determina. La politica dei paesi che vi prendono parte è una politica di gestione della crisi e opera per mezzo di vari strumenti di controllo sociale e di oppressione poliziesca.
Non suggeriamo né una riforma dell'UE né un ritorno agli stati nazionali, ma proponiamo di distruggere il progetto imperialista dell'UE e di creare una società di classe fondata sulla solidarietà, libera dal dominio capitalista, patriarcale, fascista e razzista e dallo sfruttamento. Con la convocazione di un controvertice a Colonia in occasione del Summit europeo di giugno 1999, speriamo di porre le basi di un processo organizzativo che unisca gruppi autonomi, radicali, femministi, antifascisti, antirazzisti e che funga da struttura di riferimento in grado di agire nei conflitti sociali e politici degli anni a venire.
La continentalizzazione e l'internazionalizzazione delle politiche fiscali, dell'economia, dei meccanismi razzisti di inclusione ed esclusione, la loro istituzionalizzazione politica e il decisionismo su base europea impediscono ai movimenti di emancipazione politica e sociale di continuare a collocare il loro intervento e le loro richieste soltanto all'interno degli stati nazionali della regione. Al centro del controvertice dovrebbero esserci le dinamiche ambivalenti dei conflitti sociali e politici degli ultimi anni negli stati dell'Europa occidentale. Vogliamo rafforzare e costruire percorsi con riferimento al peso maggiore delle questioni sociali che abbiamo percepito in queste lotte e in questi movimenti.
Esemplificativa di questa tendenza è stata la lotta degli operai della Renault in Francia, Belgio e Spagna, ma anche la lotta dei "sans papiers" in Francia, altamente considerata in tutta Europa, la cooperazione fra le iniziative antinucleari a Ahaus, la manifestazione antifascista di Strasburgo alla quale hanno partecipato gli antifascisti tedeschi e (benché molto diverse) le lotte dei disoccupati tedeschi e francesi.
Il Controvertice dovrebbe dare a tutti gli interessati la possibilità di riferire sulle proprie lotte ed esprimere le proprie richieste, di discutere i cambiamenti possibili sulla pratica e sulla politica come risultato del processo sovranazionale di sviluppo dello stato in Europa occidentale e le possibilità di un'organizzazione europea di antifascisti, antirazzisti, femministe, disoccupati e gruppi antagonisti della sinistra e dei movimenti sociali. Vogliamo sottolineare l'importanza di conoscersi e di scambiare le reciproche esperienze e percorsi diversi di lotta contro l'Unione e di sviluppare un dibattito su scala europea sulla prospettiva di emancipazione politica.
Organizzare il dibattito! Per la creazione di una struttura europea della resistenza! Lottare contro la Fortezza Europa! Via le frontiere! Le frontiere sono fra le classi e non fra i popoli! Per la ricostruzione della lotta di classe! Per la solidarietà internazionale con gli oppressi e gli sfruttati di tutto il mondo! Per una società libera dal dominio e dallo sfruttamento del capitalismo, del razzismo e del patriarcato! Contro la distruzione capitalista della natura!
Schema del Controvertice: quali sono i nostri obiettivi?
Il controvertice dovrebbe offrire la possibilità di sviluppare un dibattito internazionale sul progetto imperialista denominato Unione europea. Un progetto di tale portata può essere compreso e criticato solo prendendone in considerazione tutte le articolazioni. A tale scopo è necessario definire e valutare la politica delle classi dominanti e i loro stati membri nell'Unione europea e discutere anche sui processi di resistenza e le esperienze realizzate all'interno di questi processi. Lo riteniamo necessario per evitare che le contraddizioni vengano semplicemente occultate, mentre di fatto dovrebbero essere aggravate poiché le politiche dei poteri dominanti in Europa non sono né lineari né prive di contraddizioni. Al contrario esse rappresentano un processo pieno di errori, rifiuti e interessi conflittuali. Se questo è dovuto alla concorrenza fra i diversi poteri o alla resistenza contro i singoli aspetti del progetto o la resistenza contro il progetto nella sua interezza sarà oggetto di discussione.
Anche la resistenza al progetto imperialista è eterogenea e piena di contraddizioni. Per esempio i disoccupati lottano contro l'Europa delle potenze dominanti su basi molto diverse da quelle delle organizzazioni antifasciste o degli operai.
In questo contesto riteniamo necessario un dibattito aperto sui progetti, gli stili di vita e le delusioni della sinistra metropolitana.
Per mettere in discussione la vita spesso confortevole condotta nelle nicchie e la percezione della resistenza come proiezione nella classe, le donne, i rifugiati...
Uno degli obiettivi del controvertice deve essere il rafforzamento della consapevolezza che la liberazione dei soggetti sociali sarà questione di quei soggetti.
Alla base di questa discussione vorremmo porre la questione della lotta comune contro l'Europa delle potenze dominanti a tutti coloro che resistono contro questo sistema oppressivo di sfruttamento. In che modo possiamo coordinarci meglio? Come organizzarci per lottare insieme? In che modo le varie lotte possono collegarsi e quindi rafforzarsi reciprocamente? Non si tratta di domande retoriche. Siamo consapevoli delle difficoltà che questo processo comporta, ma siamo convinti che per vincere e non soltanto per resistere, sarà necessario superarle e appropriarsi di un punto di vista più generale e complesso, con il quale determinare la nostra politica anche a livello specifico e locale.
È indubbio che nel controvertice molte questioni potranno essere solo accennate. Gli obiettivi che abbiamo appena delineato saranno approfonditi dopo il controvertice. Intendiamo superare la natura per campagne dell'opposizione all'Unione europea e fare uno sforzo per fondare una struttura in grado di lavorare con continuità.
Gli argomenti che abbiamo definito saranno discussi in 7 Forum, legati fra loro per molti aspetti.
Molti aspetti sono stati solo accennati nelle linee guida, ma vogliamo sottolineare che la discussione e la preparazione del controvertice non dovrebbero essere caratterizzate da particolarismi o eclettismi. A questo scopo orienteremo le diverse attività esterne, la preparazione del controvertice e le discussioni fra i diversi gruppi politici su varie questioni e tesi, che faranno parte delle nostre azioni.
1) riteniamo che l'UE sia un progetto che è impossibile riformare. A partire da questa tesi si possono sviluppare diverse linee di pensiero, alcune delle quali verranno qui presentate nella forma più sintetica possibile:
In che modo possiamo organizzare il dibattito, nonostante le differenze? Come possiamo comprendere il progetto imperialista europeo come processo continentale in divenire composto da stati federali, ciascuno con forza e peso relativi? Ci sono possibilità di sviluppare il processo sociale europeo, e con esso il blocco politico ed economico europeo, nella direzione di una politica della sinistra? Quali sono i punti di attacco e di resistenza, che possono portare a un radicamento in settori più ampi delle diverse popolazioni? Come è possibile sviluppare una resistenza comune? Queste e molte altre domande, e le relative risposte, dovrebbero accompagnarci nei prossimi mesi. Il dibattito per un rovesciamento rivoluzionario continua. È appena iniziato!
FORUM 1 - ECONOMIA FORUM 2 - RAZZISMO FORUM 3 - UNIONE EUROPEA - IMPERIALISMO/COLONIALISMO FORUM 4 - ANTIFASCISMO FORUM 5 - REPRESSIONE - CONTRORIVOLUZIONE FORUM 6 - ECOLOGIA E NUOVE TECNOLOGIE FORUM 7 - PATRIARCATO, SESSISMO, POLITICHE DELLA RIPRODUZIONE.
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FORUM 1 - ECONOMIA
In generale: gli effetti politici e sociali dell'UE, la deregulation delle condizioni di lavoro e dei sistemi di Welfare.
- Precarizzazione della forza-lavoro, con conseguente divisione e frammentazione del soggetto di classe.
- Aumento della povertà in UE che colpisce soprattutto le donne; i cambiamenti nel mercato del lavoro di stato e le politiche sociali; workfare e lavoro forzato.
- L'economizzazione della vita quotidiana, che va ben oltre la semplice sottomissione di ogni momento della vita (la riforma universitaria e la privatizzazione di industrie che servono i bisogni elementari) ed è diventata sottomissione al giogo imperialista 24 ore al giorno (se un bambino di 5 anni guarda la TV 6 ore al giorno, avrà pure un effetto!).
- Il mutato ruolo dello stato nazionale per le multinazionali e per le popolazioni.
- Le prospettive di una lotta europea contro la disoccupazione, le esperienze realizzate durante gli scioperi alla Renault, la possibilità di avviare lotte comuni contro l'Europa delle potenze dominanti.
FORUM 2 - RAZZISMO
- Teorie sulla storia del razzismo in Europa.
- La costruzione e l'estensione della Fortezza Europa. La standardizzazione delle politiche istituzionali contro gli immigrati nel quadro degli Accordi di Schengen.
- L'applicazione delle politiche comuni all'interno di ogni stato, contraddizioni e tendenze in sviluppo.
- Schengen come espressione del processo di formazione di uno stato, attraverso la definizione di confini, di cittadini e non cittadini e lo sviluppo dell'identità europea.
- La propagazione delle ideologie razziste in relazione ai tagli salariali e alle espulsioni dai luoghi di lavoro, come arma di divisione della classe da parte delle classi dominanti.
- Le conseguenze guerrafondaie dell'ideologia e delle politiche razziste in Europa, come la guerra in Iugoslavia con apparente sfondo etnico e i movimenti separatisti come la Lega Nord in Italia.
- In che modo possiamo lottare assieme agli immigrati contro questi attacchi alle basi stesse della loro vita.
FORUM 3 - UNIONE EUROPEA - IMPERIALISMO/COLONIALISMO
- La formazione di ampie aree economiche (NAFTA, ASEAN, EU) e il loro ruolo all'interno di condizioni economiche in mutamento (globalizzazione, intensificazione dei processi di concentrazione, integrazione di tutto il pianeta nel processo di produzione).
- La costruzione in Europa di un modello tecnocratico e politicamente autoritario (il Consiglio dei Ministri europeo, per es.) al quale le masse non possono assolutamente prendere parte. Il mutato ruolo degli Stati-nazione che tale processo implica.
- Lo sviluppo di una politica estera europea indipendente, con la WEU come forze armate europee.
- La prospettiva della solidarietà internazionale e l'unificazione delle lotte "nel proprio paese" con quelle su scala mondiale.
FORUM 4 - ANTIFASCISMO - La concezione europea e politica dei partiti e delle organizzazioni fascisti in Europa.
- L'attuale rilevo della resistenza antifascista, la minaccia per gli immigrati, la sinistra e altri in Germania. Quali sono le politiche antifasciste e come possono/devono agire in una situazione in cui non ci scontra con un sistema/stato fascista, ma con un sistema di controrivoluzione strutturale.
- La Germania ha ottenuto in Europa ciò che non è riuscita ad ottenere con due guerre imperialiste? La questione dell'egemonia tedesca in Europa e la continuità dell'ideologia e degli obiettivi fascisti.
- La cooperazione antifascista e il lavoro comune in Europa; le esperienze dei diversi paesi.
FORUM 5 - REPRESSIONE - CONTRORIVOLUZIONE
- Il concetto di sicurezza interna a livello nazionale e il coordinamento a livello europeo (TREVI/Europol).
- L'estensione degli strumenti delle controrivoluzione; l'iniziativa europea per monitorare la comunicazione, la cooperazione dei servizi segreti, SIRENE.
- La violenza strutturale delle società capitaliste e la loro conservazione attraverso l'istituzione di nuovi modelli repressivi, quali per esempio i nuovi concetti di città capitalista in cui le forze di polizia, i servizi di sicurezza e gli uomini d'affari assicurano "l'ordine pubblico".
- La maggiore presenza di tecnologie di sicurezza negli spazi pubblici, nelle aziende e nelle proprietà private e la tendenza verso una società del controllo.
- I prigionieri politici in Europa Occidentale. Da una parte le manovre di divisione dello stato (la soluzione politica al problema dei prigionieri, le chiamate di correo, la rinuncia) e dall'altra l'isolamento, il carcere a vita e la tortura (con tutte le sfumature intermedie).
- Il rapporto fra repressione e lotta; la rinuncia a una concezione umanitaria nello stato.
- La repressione è una condizione della lotta e non può essere considerata separatamente.
FORUM 6 - ECOLOGIA E NUOVE TECNOLOGIE
- La distruzione della natura e lo sviluppo dei poteri distruttivi del capitalismo dentro e fuori l'UE, per esempio con l'energia nucleare o le politiche agricole dell'UE (distruzione di migliaia di tonnellate di alimenti ogni anno...).
- La promozione da parte dell'UE di tecniche distruttive ad alta intensità di capitale, per esempio nel campo della genetica e delle tecnologie riproduttive.
- Il coordinamento e lo sviluppo della controrivoluzione come elemento innovativo dello sviluppo tecnico (la standardizzazione delle telecomunicazioni nella cornice dell'Europol, le origini di INTERNET come rete informatica militare..) - I mass media come strumento di controllo e orientamento di popolazioni politicamente astinenti e le possibilità di manipolazione intrinseche alle nuove tecnologie.
- La natura contraddittoria della critica alla tecnologia (per esempio le numerose possibilità di monitorare i moderni mezzi di comunicazione semplicemente non interessano molte persone).
- Lo sviluppo di una critica della scienza.
FORUM 7 - PATRIARCATO, SESSISMO, POLITICHE DELLA RIPRODUZIONE.
- La divisione internazionale e sessista del lavoro. La povertà nel mondo è costituita prevalentemente da soggetti femminili.
- Lo sfruttamento specifico e l'oppressione della donna, che non deve vendere solo la propria forza-lavoro, ma è spesso costretta a vendere il proprio corpo (turismo sessuale, matrimoni di bambini, ecc.).
- Le tecnologie della riproduzione e le politiche della popolazione come strategie patriarcali contro le donne e come reale progetto di sfruttamento imperialista; l'uso capitalistico della produzione delle specie.
- Rapporto fra patriarcato e capitalismo.
gara bomb <garabomb17@hotmail.com>