Santiago (Chile) - 17 case perquisite e 14 persone arrestate


Repressione in Cile: 17 case perquisite e 14 compagne/i sequestrate/i dal Potere

fonte: Liberación Total, 18.0810, tradotto da http://culmine.noblogs.org/

Agenti della BIPE e dell’ERTA della Policía de Investigaciones da un lato ed agenti del GOPE, LABOCAR ed Inteligencia de Carabineros dall’altro, assieme a elicotteri e camionette della polizia sono stati l’arsenale utilizzato per effettuare le 17 perquisizioni a Santiago e Valparaíso, nella nottata di sabato 14 agosto. Tra le 17 case perquisite, 3 corrispondono a case occupate o centri sociali, come la casa occupata La Crota Bike Punk ed il Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti nel centro di Santiago ed il Centro Social Autónomo y Biblioteca Libertaria Jonny Cariqueo nel comune di Pudahuel. Due abitazioni perquisite a Valparaíso. La scusa di quest’azione della polizia s’inquadra nel “Caso Bombas”, e in 23 degli attentati esplosivi che si sono verificati a Santiago, secondo la polizia, e che avrebbero un legame diretto con gli arrestati.

La prima perquisizione è avvenuta nella casa occupata La Crota Bike Punk (Santa Isabel #380) ad opera del GOPE, con il fermo di 6 compagni. In questo spazio la polizia ha distrutto la struttura in ferro in cui si trova la biblioteca. Dei 6 fermati, 3 sono stati arrestati: una compagna per aver un ordine di arresto e gli altri due perché la polizia s’è inventata che avevano tracce di TNT.

In seguito è stato il turno della perquisizione del CSO y Biblioteca Sacco y Vanzetti (Santo Domingo #2423), effettuato dall’ERTA (Equipo de Reaccion Tactica) e della BIPE (Brigada de Investigaciones Policiales Especiales) in cui hanno divelto una protezione metallica di una finestra legandola ad un furgone della polizia. Gli agenti hanno anche sparato con pallottole di gomma sul corpo di due compagni. In questo spazio sono stati fermati 5 compagni, uno di essi arrestato.

Alla stessa ora è stato perquisito il CSA y Biblioteca Libertaria Jonny Cariqueo nel comune di Pudahuel. In questo spazio la polizia è entrata distruggendo le porte, anche se nessun compagno del posto è stato sequestrato.

Assieme a questi spazi, sono state perquisite 14 abitazioni, 12 a Santiago e 2 a Valparaíso. Con un saldo di 17 perquisizioni effettuate dai difensori dell’ordine e 14 compagne e compagni sequestrate/i.

Convalida dei sequestri

Sabato, verso le 16, i compagni sono stati condotti davanti all’11° Juzgado de Garantía di Santiago. Lì, la fiscalía Sur (la procura che si occupa del “caso bombas” – ndt) ha sollecitato di estendere lo stato di fermo fino a martedì 17 agosto, momento in cui ci sarà la formalizzazione delle accuse per “collocazione di ordigni esplosivi o incendiari ed associazione illecita terrorista”, questione per la quale lo stesso ministero degli Interni prenderà parte proponendo condanne per 20 anni di carcere. Durante l’udienza s’è dimostrato ancor più il carattere circense della giustizia cilena. La giudice Lidia Bruna ha dato il via libera a tutte le istanze della Procura e del ministero degli Interni (presenza della stampa, aumento del periodo di stato di fermo fino a 3 giorni, isolamento dei detenuti senza alcun contatto tra essi e con l’esterno, ed inoltre l’ordine di condurre durante l’udienza di martedì il collaboratore della polizia Gustavo Fuebtes “el Grillo”, in modo da imputarlo assieme ai presunti membri di questa “asociación ilícita terrorista”). Gli avvoltoi della stampa borghese erano tutti presenti all’interno dell’aula dell’udienza e si sono scatenati con i flash ogni volta che la giudice faceva entrare uno dei compagni.

Le istanze della difesa nono sono state ascoltate. La giudice aveva già tutto pronto, in quanto leggeva ogni risoluzione in maniera automatica con la sua voce da vecchia di merda da un foglio già scritto in precedenza. Quando ha chiesto ad uno dei compagni se aveva da denunciare qualcosa in merito agli arresti e questi le ha risposto di esser stato reiteratamente minacciato di morte, lei ha detto “ah, solo questo”. Non ha nemmeno prestato attenzione al racconto sulla distruzione delle case degli altri compagni. Quando la Procura ha giustificato le lesioni causate al compagno della Sacco e Vanzetti (una pallottola di gomma sulla testa ed una lesione al naso) per il fatto che lui s’era affacciato ad una finestra del centro sociale lanciando cose e distruggendo delle prove, cosa che il compagno ha immediatamente respinto considerandola come una versione fantasiosa, egli è stato ripreso per mancanza di rispetto verso i procuratori. Cioè, colpire e minacciare di morte delle persone e distruggere senza ragione delle case fanno parte della normalità difesa dai giudici, ma mettere in discussione l’apparato repressivo non è ammesso da questo circo. Lo stesso atteggiamento ha avuto questa signora quando un avvocato della difesa ha parlato di una “orchestrazione” tra i media per colpevolizzare da subito i compagni.

Quando è stato evidente che lo show stava terminando per continuare martedì alle 9, si sono ascoltate delle grida di sostegno, più che benvenute per l’animo dei compagni. Sono stati svolti degli striscioni fuori dall’aula del tribunale, si sono intonati degli slogan di sostegno (“Liberar a los presos por luchar”). L’espressione della vecchia fascista era di schifo e di spavento. Alcuni gorilla hanno subito accerchiato il procuratore Alejandro Peña. Dopo alcuni spintoni tra i compagni solidali ed i cani da guardia della polizia (gendarmi e stampa) la giudice fascista ha ordinato il ritiro dei 14 compagni e subito ha fatto la sua comparsa un contingente di gendarmi armati di manganelli e scudi, con il chiaro intento di picchiare compagni e familiari degli arrestati. Ovviamente, la stampa borghese ha sottolineato che tutti i solidali, così cattivi come gli imputati, hanno aggredito i giornalisti e gli altri guardiani dell’ordine capitalista, ma la verità è che l’aggressione è provenuta dai guardiani. Sia i giornalisti che i gendarmi hanno selvaggiamente picchiato molte persone, aiutati dai carabineros che erano fuori dal tribunale, dando così il via ad una caccia all’uomo che aveva il solo scopo di pestare i solidali. La compagna Luisa Vergara ha avuto un trauma cranico, la madre di uno degli arrestati lesioni lievi causate da un giornalista. Per fortuna che la gran parte dei vetri di questo tempio di merda sono stati distrutti per esser utilizzati contro gli agenti. Anche diversi giornalisti sono stati picchiati e le macchine fotografiche danneggiate. Nessun compagno è stato fermato, ma in diversi sono stati pestati dagli agenti.

Una volta fuori dal Centro di Giustizia, i compagni sono venuti a sapere che il CSO y Biblioteca Sacco y Vanzetti era stato chiuso da un’operazione congiunta tra poliziotti e carabineros. Nel pomeriggio, l’immobile era vigilato da una camionetta della PDI, i cui occupanti in un primo momento hanno negato l’accesso ad un gruppo di compagni, poi hanno concesso l’ingresso ma solo per portar via delle cose. Hanno segnalato che avevano l’ordine di non permettere un’ulteriore occupazione dell’immobile. Verso le 18,30 i poliziotti hanno iniziato a realizzare lavori per bloccare tutti gli accessi al centro sociale. La biblioteca e tutte le altre cose che non sono state sequestrate (in questa occasione si son portati via poche cose durante la perquisizione) sono rimaste sequestrate lì. I poliziotti non hanno esibito alcun mandato da parte della procura. Inoltre hanno sostenuto che la casa sarà recuperata dai legittimi padroni, l’ISP. Una operazione rapida, che li ha presi di sorpresa, ha permesso di recuperare una certa quantità di libri, che sono stati ben nascosti; la qualcosa ha scatenato una piccola caccia da parte della polizia nella zona, senza che nessuno venisse fermato.

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I compagni sequestrati sono:

·Pablo Morales: Ex lautarista. Arrestato nella sua casa di Santiago. ·Rodolfo Retamales: Ex lautarista. Arrestato nella sua casa di Santiago. Perquisita anche la casa dei suoi genitori. ·Omar Hermosilla: Ex lautarista. Arrestato nella sua casa di Santiago. ·Andrea Urzúa: Nel 2008, accusata di aver tentato d’introdurre nitroglicerina nel carcere argentino in cui erano reclusi Freddy Fuentevilla e Marcelo Villarroel. Arrestata nella sua casa di Santiago. ·Felipe Guerra: Arrestato nel CSO y Biblioteca Sacco y Vanzetti. Perquisita anche la casa di sua madre. Questo compagno è stato ferito alla testa con una pallottola di gomma ed un taglio sul naso realizzato da agenti dell’ERTA. ·Cristian Cancino: Compagno già arrestato nella casa occupata La Idea, in seguito alla morte di Mauricio Morales, in cui la polizia trovò quasi 500 grammi di polvere nera. Cristian decise di accettare la colpevolezza durante il rito abbreviato per poter esser liberato. ·Carlos Riveros: Arrestato nella sua casa di Santiago. ·Camilo Pérez: Arrestato nella sua casa di Santiago. ·Iván Goldenberg: Arrestato nella sua casa di Valparaíso. La polizia afferma che la pistola che Mauricio Morales aveva con sé nel momento della morte fosse di proprietà del nonno di Iván. ·Candelaria Cortés-Monroy: Arrestato nella sua casa di Santiago. Candelaria nel 2008 è stata pugnalata da Gustavo Fuentes, alias “el grillo”, che era il suo compagno e che adesso l’accusa di aver collocato delle bombe. ·Francisco Solar: Arrestato nella sua casa di Valparaíso. ·Mónica Caballero: Arrestata nella casa occupata La Crota. ·Diego Morales: Arrestato nella casa occupata La Crota. Per Diego il GOPE s’è inventato delle tracce di TNT. ·Vinicio Aguilera: Arrestato nella casa occupata La Crota. Per Vinicio il GOPE s’è inventato delle tracce di TNT.

Tutti i compagni si trovano nel Cárcel de Alta Seguridad e le compagne nel Centro de Orientación Femenina.

Solidaridad immediata per i compagni sequestrati dal Potere! La asociación ilícita terrorista esiste solo nella testa del procuratore Peña!

Info, video ed immagini su:

http://hommodolars.org/web/spip.php?article3395

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