Trento: Un mondo alla rovescia


Uno stabile vuoto e inutilizzato da anni - l’ex asilo di via Manzoni a Trento - viene trasformato, il 19 settembre scorso, in un spazio autogestito (l’Assillo). La polizia lo sgombera dopo un mese di dibattiti, concerti, iniziative (in particolare contro la guerra e la base militare di Mattarello). Non soddisfatta di sgombero e denunce, la Questura allontana dalla città per tre anni con un foglio di via obbligatorio tutti gli occupanti.

Lo stabile viene rioccupato il 6 novembre (“un assalto” lo definirà la stampa...). Le forze dell’ordine irrompono sfondando le porte. I compagni salgono sul tetto. Polizia e carabinieri cominciano a spaccare le tegole sotto i piedi degli occupanti, minacciando con piedi di porco e sbarre di ferro di sprangare e arrestare tutti quanti. I compagni si difendono.

Per quell’episodio, il 24 novembre tre anarchici sono stati arrestati con varie accuse : danneggiamento aggravato, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e violazione del foglio di via. Nel mondo della Questura e dei mass media, chi danneggia uno stabile non è la polizia che ne sfonda il tetto, ma gli occupanti che lo rendono di nuovo abitabile dopo anni di abbandono. “Violenti !” urlano in coro politici e giornalisti agli occupanti. I compagni, se abbiamo capito bene, avrebbero dovuto farsi bastonare o scaraventare giù dal tetto...

Nel frattempo i fogli di via diventano una trentina, fioccano gli “avvisi orali” (cioè le diffide) e si annunciano provvedimenti di “sorveglianza speciale” (che equivale al confino durante il fascismo).

E veniamo al corteo del 7 novembre. I devastatori del Trentino (Dellai, Andretta e soci), promotori di TAV, inceneritori, base militare di Mattarello, megacentrali sotto le montagne, impianti di risalita ecc., parlano di devastazione per le scritte sui muri, le banche imbrattate e danneggiate, la sede della Lega colpita.

Eh già, in questo mondo alla rovescia, la manipolazione delle parole riflette la manipolazione delle coscienze. Violenza non è la guerra finanziata dalle banche, bensì il danneggiamento dei bancomat. Violenza non sono arresti, sgomberi, fogli di via, bensì le scritte sui muri. Violenza non è promulgare leggi razziste, incitare alla xenofobia, giustificare le aggressioni contro gli stranieri (o magari festeggiare un Natale Bianco degno del Klu Klux Klan, come sta succedendo a Coccaglio, “Padania”). No. Violenza è rispondere per le rime alle ignominie leghiste.

E già che ci siamo perché non vietare a tutti le manifestazioni in centro città, come hanno deciso a Trento e come è già ordinanza comunale in varie altre realtà italiane ? Perché non togliere le panchine dai parchi ? Perché non piazzare telecamere ovunque ?

La gente massacrata di botte in carcere (come Cucchi) fa parte della normale amministrazione. Manifestare la propria rabbia difendendosi da eventuali cariche della polizia con caschi e bandiere è roba da disadattati, da pazzi, da extraterrestri...

Ma cosa serve ancora per aprire gli occhi di fronte alla violenza di Stato ?

“Voi così vi isolate, non serve a niente, ci vogliono iniziative pacifiche”. Bene. Ma dove sono queste belle iniziative della meravigliosa società civile che discute, partecipa, s’indigna ? Qual è il Trentino della “tolleranza” ? Quello delle Acli che esprimono solidarietà “agli amici della Lega” ?

In questo mondo alla rovescia, dovremmo camminare tutti all’indietro perché così vogliono il Progresso della barbarie e le sue televisioni. Noi andiamo avanti. Dritti.

Evelin, Sara, Mike liberi ! Liberi tutti !

[volantino distribuito a Trento il 25 novembre 2009 durante un’iniziativa itinerante]

anarchiche e anarchici


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